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Zanzotto, Andrea.

Poeta italiano. Laureatosi in Lettere all'università di Padova (1942), è considerato dalla critica uno dei più importanti poeti del secondo Novecento (premio Viareggio, 1979; premio Librex-Montale, 1983; premio Feltrinelli dell'Accademia dei Lincei, per la poesia, 1987; premio Bagutta, 1999). La raccolta di versi con cui esordì (Dietro il paesaggio, 1951) lo rivelò poeta elegiaco, con un vivo senso della campagna veneta assunta come simbolo di una natura non ancora corrotta. I fiumi, i boschi, i colli intorno a Soligo, sua città natale, ritornarono in Elegia e altri versi (1954) e Vocativo (1957). Nelle sue prime opere, è inoltre presente l'angoscia di una ricerca metafisica che rimanda all'uomo la consapevolezza della precarietà, della sconfitta sempre incombente. Di qui la scelta ideologica stoica e il carattere arido e stridente di questa poesia. Nelle IX Ecloghe (1962) la ricerca di uno sperimentalismo linguistico si fece più ardita e segnò un disagio non solo esistenziale, ma anche legato alla realtà caotica e drammatica del vuoto di valori della società consumistica e industrializzata. Con La beltá (1968) e con Gli sguardi i fatti e senhal (1969), Z. compì un viaggio nelle profondità dell'interiorità umana, nell'inquietudine, nella confusione e nella tensione del mondo contemporaneo, avvalendosi, in un'inesausta tensione comunicativa, delle tecniche di esplorazione dell'inconscio e di invenzioni, trasformazioni e deformazioni verbali. Le raccolte successive, Pasque (1973); Filò (in antico dialetto trevisano, 1976); Il Galateo in Bosco (1979), Fosfeni (1983), Idioma (1986), testimoniano una ricerca sul senso stesso della scrittura, sul sistema di significanti e significati del linguaggio poetico, arricchita dall'uso sempre più magmatico di materiali linguistici: il latino e il provenzale, il linguaggio dei mass media e quello della tradizione petrarchesca, il dialetto veneto e il petèl (gergo infantile della provincia di Treviso). La scrittura, fiduciosamente narrativa di Racconti e prose (1990), tornò a essere arditamente sperimentale in Meteo (1996); la linea avviata con Meteo venne ripresa in Sovrimpressioni (2001); nel 2005 pubblicò Colloqui con Nino, in cui ripercorse attraverso i dialoghi in dialetto tra lui e l’amico Nino le vicende e le esperienze più disparate. Notevoli i suoi saggi di critica letteraria, soprattutto di poesia: Fantasie di avvicinamento (1991) e Aure e disincanti nel Novecento letterario (1994). Numerosi i suoi interventi su quotidiani e periodici, quali "La fiera letteraria", "Il mondo", "I nuovi argomenti", "I Verri", "Alfabeta". Nel 2008 ricevette il premio "The IIC Lifetime Achievement Award 2008" per la poesia (n. Pieve di Soligo, Treviso 1921).